1997. La consacrazione della scena musicale inglese

1997. La consacrazione della scena musicale inglese.

La metà degli anni 90 si stava caratterizzando dalla forte ascesa mondiale della musica brit a scapito del grunge americano di inizio decennio. I Nirvana avevano lasciato la scena mediatica agli Oasis, alle scazzottate tra i due fratelli Gallagher, alla sfida di vendite con i Blur, ma anche a tante altre band inglesi come Suede, Radiohead, Pulp, Manic Street Preachers, etc. che stavano avendo grande successo in Italia e oltreoceano.

Erano gli anni in cui si vendevano nei negozi non solo i cd ma ancora anche le cassette di un nuovo album, in cui speravi di trovare i testi delle canzoni nel libricino del cd originale appena comprato del tuo gruppo straniero preferito, in cui sentivi per ore e ore lo stesso album fino ad imparare a memoria anche le tracce più sconosciute che non sarebbero mai passate in radio o in tv.
Erano gli anni in cui ancora spendevi gettoni nel juke-box della sala giochi per ascoltare le canzoni preferite, in cui le sere d’estate rimanevi a casa quando c’era il Festivalbar in tv, in cui pregavi l’amico fidato per farti fare una copia in cassetta dell’album che lui aveva appena preso.
Erano gli anni in cui la musica era ancora un fenomeno generazionale, dove una canzone poteva diventare l’inno, il manifesto, il simbolo di migliaia e migliaia di ragazzi.

Ma il culmine di tale scena musicale doveva ancora arrivare.
Il 1997 risulterà essere il più grande anno di questo “mondo”: Be Here Now degli Oasis fu uno dei dischi più attesi e venduti della storia inglese, i Verve si impongono al grande pubblico mondiale con Bitter Sweet Symphony e l’album Urban Hymns, Ok Computer porta definitivamente i Radiohead ad essere tre le migliori band del mondo, Staring at the sun dall’album Pop degli U2 risuona in tutte le case confermando la forza della band irlandese, ed è dello stesso anno anche Song 2, il più famoso pezzo dei Blur (dall’ononimo cd).

Un anno che, sebbene sia stato come già detto il più “grande”, sarà di fatto anche l’ultimo importante di questo mondo. Ad inizio millennio, infatti, i Verve si sarebbero già sciolti, Blur, Pulp e Suede avrebbero avuto di lì a poco la stessa fine, i Radiohead avrebbero invece preso una strada estremamente sperimentale che li avrebbe allontanati dal grande pubblico, e anche gli stessi Oasis non avrebbero più avuto la forza, l’impatto e l’importanza mediatica avuta fino ad allora.

Il decennio successivo ci ha dato band come i Coldplay, Kasabian, Arctic Monkeys, Franz Ferdinand, Keane, e anche importanti gruppi fuori Uk come Sigur Ros e Arcade Fire. Un decennio che ci ha portato anche Internet, il download digitale, naspter, youtube, e le innumerevoli compilation che create e ricambiate nel lettore mp3.

Gli anni novanta hanno avuto la loro fine e il “nuovo mondo” che è subentrato ci ha dato accesso a tante informazioni, tanto materiale, tante possibilità.
Ma è un mondo che ci ha diviso, ha frammentato la scena musicale, facendole perdere quell’importanza e quella forza avuta fino ad allora, e del quale mancherà sempre un inno, un simbolo, un manifesto, come invece sono stati i vari Wonderwall, Bitter Sweet Symphony, One o Song2.

Forden

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